Torre di Manfria Aree protette di Mazzarino
Essa faceva parte del sistema di avviso delle Torri costiere della Sicilia, costruite su indicazione dell’architetto fiorentino Camillo Camilliani.
La Torre di Manfria si erge su una collina sovrastante la frazione di Manfria e risulta visibile da tutto il golfo di Gela. Attualmente è di proprietà privata e si presenta in discreto stato di conservazione, eccettuato per la terrazza che presenta alcuni tratti del cornicione ormai distrutti.
Si segnala che è una delle torri camillianee tra le più grandi, è infatti alta circa 15 metri con una base di circa metri 12,50. Era detta anche torre di Sferracavallo, ma Francesco Maria Emanuele Gaetani marchese di Villabianca, nei suoi Diari palermitani riporta che era chiamata anche Torre d’Ossuna.
La sua costruzione venne iniziata nel 1549, durante il viceregno di Giovanni De Vega. La data, non completamente certa, si desume in quanto Tiburzio Spannocchi nella sua rilevazione la disegna con lo stesso basamento tronco conico della Torre Mulinazzo di Cinisi, che con certezza era già stata costruita nel 1552 sotto il viceré Giovanni De Vega. Nel 1578 è citata per essere sita in Contrada Sferracavallo, e non completata, tanto che si suggeriva che: et sarà bisogno fornirla alzandola circa duj canne di più…
Nel 1578 quindi la costruzione venne ripresa e completata su disegno dell’architetto fiorentino Camillo Camilliani, che la cita ben due volte in occasione dei suoi studi preparatori, per i quali preparò un acquarello che mostra la torre di foggia circolare con basamento adatta alla difesa essendo in corrispondenza a nord con il Castello di Butera, e ad est con il Castello di Gela, mentre ad ovest lo era con il Castello di Falconara.
Nel primo quarto del XVII secolo la torre fu quasi del tutto ricostruita fino ad assumere l’aspetto attuale, e probabilmente, desume il Villabianca, per impulso del viceré Pedro Giron, duca di Ossuna. Dagli archivi della Deputazione del Regno di Sicilia, risulta che a partire dal XVIII secolo, negli anni 1717, 1757, 1797, la guarnigione della torre fosse composta da quattro soldati ed un sovrintendente scelto tra i cavalieri della città di Terranova (Gela).
Nel 1804 dalla stessa fonte è posta sotto la sovrintendenza di Don Mariano Carpinteri e Gravina, di Terranova, che nel 1805 fece costruire la scala esterna di accesso, a due rampe, ancor oggi esistente. Nel 1867 è ricompresa nelle opere militari da dismettersi.
Alla torre è legata la leggenda del gigante Manfrino, buono e sfortunato, a guardia di un tesoro nascosto, nata dal ritrovamento di monete greche e romane nella zona e di una formazione rocciosa, oggi non più visibile, interpretata come la sua orma lasciata nella roccia.